Il cambiamento è un percorso faticoso che richiede costanza, impegno e una forte determinazione.
Cambiare significa scontrarsi con noi stessi e, in particolare con la parte di noi che non ci piace; significa incertezza, ed è proprio l’incertezza a generare la resistenza.
Il cambiamento qualunque esso sia, nella società, nei mercati, nella tecnologia, nelle relazioni, genera negli individui delle reazioni positive o negative, in funzione di quanto il cambiamento sia noto, voluto, prodotto.
Quanto meno il cambiamento è noto, voluto, prodotto, tanto più le persone esprimono delle resistenze attraverso i loro comportamenti.
Non è facile fronteggiare il cambiamento da soli, e non è assicurato il successo neanche con l’aiuto di un coach se, non si è disposti ad abbandonare comportamenti, strategie, azioni che si sono rivelati efficaci in passato.
Il modo migliore per gestire la resistenza è quello di accettarla e di utilizzare la sua stessa forza a proprio favore; il cliente, una volta portato ad essere consapevole della propria resistenza, deve accettarla e allearsi con essa per poterla superare. Se da un lato è molto importante che cliente riconosca alla resistenza una funzione positiva, di protezione nei suoi confronti (di solito la resistenza è un modo di proteggersi da eventuali future sofferenze), è altrettanto importante aiutarlo a trovare un comportamento alternativo che gli permetta di mantenere la stessa funzione di protezione che la resistenza esercita.
Le resistenze vanno esplicitate, analizzate con attenzione e valutate.
In azienda, il cambiamento è una delle sfide più difficili che un leader possa affrontare, sia in prima persona, sia e soprattutto per realizzarlo nelle persone che collaborano con lui.
Il primo compito del leader è quello di far saper agli altri che cambiare non è un optional ma una necessità.
Quando si tratta di un cambiamento personale, la consapevolezza nasce solitamente da una situazione negativa che è causa di stress; ma, per creare negli altri consapevolezza il leader deve comunicare perché il cambiamento è necessario. E’ di fondamentale importanza dire la verità al proprio team, spiegare la situazione attuale, evidenziare le conseguenze che potranno scaturire rifiutando il cambiamento, essere estremamente onesti.
In un processo di cambiamento aziendale, le resistenze possono riguardare:
Il cambiamento stesso;
Le strategie di cambiamento;
Gli agenti di cambiamento.
Le resistenze al cambiamento si possono manifestare nel lavoro, nelle relazioni, nei comportamenti.
Nel lavoro le resistenze si manifestano attraverso l’aumento dell’assenteismo, un calo di rendimento, richieste di trasferimento, dimissioni.
Nelle relazioni si manifestano attraverso l’aumento dei conflitti, malumore, insoddisfazione lavorativa.
Nei comportamenti si manifestano attraverso il rifiuto, sabotaggi, comportamenti regressivi.
L’approccio al cambiamento, può essere tradizionale o evolutivo.
L’approccio tradizionale, considera il cambiamento come un processo di perdita e accettazione, orientato alla crisi causata da un evento imposto.
L’approccio evolutivo, considera il cambiamento come la risposta e la rimodellazione di un ambiente dinamico che si evolve continuamente attraverso lo sviluppo progressivo di capacità.
Alcune strategie che possono aiutare a superare le resistenze al cambiamento sono la comunicazione, il coinvolgimento e la responsabilizzazione.
La comunicazione: sviluppare un piano di comunicazione e spiegare i cambiamenti in termini facili da comprendere;
Il coinvolgimento: tutti devono essere coinvolti nel processo di cambiamento, dal più alto al più basso della gerarchia aziendale;
La responsabilizzazione: per costruire una visione condivisa e ottenere consenso; è fondamentale ascoltare le paure di tutti e comunicare anche le proprie, servirà a conquistare fiducia, credibilità e impegno.
“Il cambiamento è la legge della vita. E quelli che guardano solo al passato o al presente possono star certi di perdere il futuro”
JOHN F. KENNEDY