L’ innovazione è un valore; la sua misura si ha nell’impatto che questa ha sull’ambiente.
L’innovazione non è qualcosa di determinato, ma non è neanche accidentale e non prevedibile; essa si basa su una distribuzione delle probabilità, e pertanto è possibile prevedere quale tipo di innovazione ha buone prospettive di diventare un prodotto o un processo importante, una nuova attività o un mercato di grandi dimensioni.
L’ipotesi principale di una strategia innovativa è che tutto ciò che esiste sta invecchiando; Il fondamento consiste nel liberarsi sistematicamente di ciò che è vecchio, obsoleto.
Le organizzazioni innovative non impiegano tempo e risorse per difendere il passato; solo attraverso l’abbandono sistematico del passato è possibile liberare le risorse per concentrarle sul nuovo.
L’innovazione quindi, per essere efficace in azienda, deve essere caratterizzata da continuità: non esiste il “momento giusto” per innovare, ma ogni occasione è buona per migliorare qualcosa; globalità: quando si parla di innovazione spesso si intende quella di prodotto, invece riguarda qualunque aspetto organizzativo dell’azienda nella sua globalità; diffusione: il processo innovativo deve essere condiviso da tutta l’impresa ad ogni livello gerarchico; anche chi esegue compiti meramente esecutivi è chiamato a fare uno sforzo per migliorare la propria operatività.
Perché l’innovazione abbia successo nelle organizzazioni, dalle più semplici alle più complesse, essa deve essere:
- parte integrante della strategia d’impresa;
- fortemente radicata nella cultura aziendale;
- le R.U. devono essere fortemente motivate ad assumere comportamenti innovativi.
Un organizzazione innovativa richiede un’atmosfera di apprendimento continuo, coinvolge tutti i membri dell’organizzazione, si oppone all’immobilismo e abbraccia il cambiamento verso il quale si pone con slancio, con un atteggiamento di accoglienza.
Esistono organizzazioni così?
Si, esistono, e sono anche tante.
E la bella notizia è che siamo solo all’inizio.