Lo sviluppo del management si interessa di sviluppare le capacità che i manager debbono acquisire oggi, per dare il meglio di sé domani.
Lo sviluppo di un manager si incentra sulla persona, il suo scopo è mettere l’individuo in condizione di sviluppare al massimo livello le sue capacità e i suoi punti di forza, ed arrivare così all’autorealizzazione.
Lo stimolo deve essere interiore; nessuno può stimolare una persona all’autosviluppo. Sicuramente il superiore gerarchico e l’azienda, possono fare tanto per scoraggiare qualunque manager nonostante una forte motivazione, e dirigere nel senso sbagliato gli sforzi che compie per svilupparsi. La partecipazione attiva, l’incoraggiamento, la guida da parte sia del superiore che dell’azienda, sono invece necessari affinchè gli sforzi di autosviluppo di un manager risultino efficaci.
L’analisi iniziale di qualsiasi attività di sviluppo manageriale, è una valutazione della prestazione centrata su ciò che il manager fa bene, su ciò che può far bene, e quali sono i limiti che dovrà superare per raggiungere obiettivi di prestazione al massimo delle sue capacità.
Questa valutazione, dovrebbe essere in ogni caso il risultato di uno sforzo comune: l’impegno da parte del manager in quanto deve essere un’ autovalutazione, ma è necessaria anche una valutazione di qualcuno che conosca questa persona, abbia stima e rispetto, ma nello stesso tempo possegga quella capacità di giudizio distaccata, introspettiva, che la maggior parte di noi non possiede nei propri confronti. Occorre dunque un coinvolgimento del diretto superiore.
Questo perché quando gli individui valutano se stessi, o tendono ad essere troppo critici, oppure non sono affatto critici; non di rado succede di vedere i propri punti di forza nei punti sbagliati, con il risultato di vantarsi più delle proprie incapacità che delle proprie capacità.
I fattori principali che intervengono nell’autosviluppo, sono la capacità di valutare le proprie forze, l’esperienza di lavoro, l’esempio del superiore. Un superiore che non trascura il proprio autosviluppo, è un esempio per i propri collaboratori, in quanto li incoraggia a sviluppare le proprie capacità migliori e a fare quelle esperienze di cui hanno bisogno. Si chiede: “quali esperienze di lavoro potranno essere utili a questa persona, perché possa sviluppare i suoi punti di forza al massimo livello e il più rapidamente possibile?”
Al contrario un superiore che scoraggia, che sa sempre ciò che i propri collaboratori non sono in grado di fare, e che esercita su di loro un’azione pressante di controllo, invece di aiutarli a crescere, ne arresta l’autosviluppo.
Ogni manager d’azienda, ha la possibilità di incoraggiare l’autosviluppo individuale o di soffocarlo, di dirigerlo nel senso giusto o in quello sbagliato, così come dovrebbe essere sua responsabilità aiutare tutti i propri collaboratori a concentrare, dirigere, dedicare ogni loro sforzo al proprio autosviluppo.
I manager di oggi sono tenuti a stimolare e sviluppare i propri collaboratori, non solo perché alcuni di essi saranno i dirigenti di domani, ma anche perché nessuno si sviluppa tanto quanto chi tenta di aiutare altri a sviluppare se stessi. E’ proprio attraverso lo sforzo compiuto per sviluppare gli altri che i manager aumentano le loro esigenze nei confronti di loro stessi.